Una ricerca da poco pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters mette in luce la portata del riscaldamento globale causato dalle attività antropiche (maggior concentrazione di CO2 in atmosfera dovuta alla combustione dei combustibili fossili). Pensate che il livello atmosferico medio di CO2 è pari a 419,3 parti per milione, il 51% in più rispetto ai livelli preindustriali (metà '800), questo dato conferma come la responsabilità del cambiamento climatico sia dell'uomo, ormai non ci sono più dubbi.

Grazie all'utilizzo dei modelli atmosferici è possibile prevedere come cambieranno in futuro le quattro stagioni (se non riusciremo a mitigare il riscaldamento globale): il team di ricerca è riuscito a dimostrare che i cambiamenti più grandi devono ancora arrivare: dai loro calcoli è emerso infatti che nei prossimi anni l'Estate potrebbe durare in media 166 giorni, riducendo il tempo di tutte le altre stagioni e in particolar modo quella dell'Inverno, che potrebbe arrivare ad essere pari a soli 31 giorni.

Dunque, solo poche settimane invece dei canonici 3 mesi! E non stiamo parlando di un futuro lontano, i cambiamenti sono già in atto: rispetto al recente passato la durata media dell'Estate è aumentata da 78 a 95 giorni, mentre l'Inverno è diminuito da 76 a 73 giorni. Anche la lunghezza della Primavera e dell'Autunno è diminuita, rispettivamente da 124 a 115 giorni e da 87 a 82 giorni. Di conseguenza, la Primavera e l'Estate ora iniziano prima, mentre l'Autunno e l'Inverno iniziano più tardi.